Sono rimasta assente per un po’ di tempo, anche se questa volta non è stata per la mia scarsa costanza ma per le ferie e per tutta una serie di cambiamenti, tra cui il server del sito, che ho passato a un hosting più sostenibile. Ora mi sento pronta a riprendere in mano il blog, nonostante i casini che sono successi (abito in una delle zone colpite dalla grandine caduta nelle scorse settimane). Ho delle novità molto importanti circa il romanzo che sto scrivendo, ma per ora preferisco ripartire con un argomento un po’ più soft che avevo già introdotto in un post sui miei social: I poteri delle tenebre, meglio nota come la versione islandese di Dracula.
I poteri delle tenebre: la storia editoriale
Sappiamo tutti che Dracula è stato scritto da Bram Stoker, scrittore irlandese emigrato a Londra che ha dato origine a un mito senza tempo. Eppure, nel 1986 si è scoperto che esiste un’altra versione di Dracula, pubblicata in Islanda nel 1900 da Valdimar Ásmundsson. In sintesi, per 86 anni gli islandesi hanno avuto la convinzione di stare leggendo il testo scritto dal buon vecchio Bram, tanto più che la prefazione del romanzo pare che fosse proprio sua. Ásmundsson, invece, aveva completamente rimaneggiato la struttura del romanzo, finendo con scrivere un testo del tutto diverso. Ad oggi, non si riesce a capire il perché di questa scelta così singolare, né se Bram Stoker abbia davvero scritto quella prefazione. Di fatto, I poteri delle tenebre è un romanzo avvolto nel mistero.
Le differenze tra il romanzo di Stoker e la sua controparte
La trama generale è grossomodo identica all’originale: Jonathan Harker va in Romania, in visita al conte Dracula, per concludere la compravendita di alcune proprietà. Rimane prigioniero del Conte per un mese, per poi fuggire, tornare in Inghilterra, allearsi con alcune persone, tra cui la sua fidanzata/moglie Mina e il dottor Van Helsing, e sconfiggere il temutissimo vampiro.
Dire che questa sintesi è poco generosa è un eufemismo, me ne rendo conto, ma volevo concentrarmi in modo particolare sulle differenze tra le due versioni, dal momento che sono davvero importanti:
- I poteri delle tenebre è di gran lunga più breve rispetto a Dracula.
- I nomi di alcuni personaggi cambiano. Jonathan Harker diventa Thomas Harker, il nome di Mina Murray/Harker è cambiato in Wilma, mentre Lucy Westenra si chiama Lucia Western;
- Compaiono nuovi personaggi, tra cui una carovana di zingari (più coinvolta rispetto ai tirapiedi descritti nel Dracula originale) e un ispettore di polizia.
La differenza finale è la struttura del romanzo, che si concentra soprattutto sul diario di Thomas mentre si trova prigioniero nel castello del Conte. Una volta che Thomas fugge, il romanzo perde la sua struttura epistolare e viene raccontato tramite narratore onnisciente.
Le mie impressioni
È difficile dare un’opinione univoca su I poteri delle tenebre, ma posso tranquillamente affermare che se lo avessi letto senza conoscere il Dracula originale probabilmente non mi sarebbe piaciuto. La prima parte descrive nel dettaglio il castello del conte e il racconto si snoda molto bene tra Thomas che esplora il castello e poi tenta di fuggire. La descrizione è stata così accurata che ha soppiantato qualsiasi idea che potessi avere sul castello di Dracula. Non sono un’amante delle descrizioni troppo lunghe e articolate, ma questa l’ho apprezzata.
Il resto del romanzo, invece, è stato davvero noioso, scritto in modo troppo sintetico e sbrigativo, del tutto privo dell’accuratezza di Bram Stoker.
Il motivo per cui lo apprezzo molto è perché si può considerare un punto di vista insolito da cui guardare Dracula, per cui non sono pentita di averlo comprato e letto. Tuttavia devo dire che questa versione mi ha delusa un po’.