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Re in eterno - copertina

Inizio la mia prima recensione della lunga lista di libri da leggere.  Il libro è Re in eterno di Terence Hanbury White. La particolarità di questo libro è che la prima parte ha ispirato La spada nella roccia, il cartone Disney del 1963. È stata questa piccola curiosità a spingermi a cercarlo in lungo e in largo, senza praticamente trovarlo, se non vecchie edizioni su E-Bay che già dalla foto si vedeva che sarebbero andate a pezzi non appena lo avessi sfiorato. Poi, fortunatamente, Amazon ha ascoltato la mia preghiera e ne ha messo in vendita un’edizione in formato elettronico. E così, eccomi qui.

La trama di Re in eterno

Re in eterno a man holding a surfboard

Il libro è una riscrittura delle cronache arturiane scritte da Sir Thomas Malory ed esplora la vita di Re Artù dai dodici anni fino a poco prima della sua battaglia finale contro suo figlio Mordred.

Finora ho trattato Re in eterno come un unico libro, ma in realtà si tratta della raccolta di quattro volumi, ognuno incentrato su una fase diversa della vita del re. Anche lo stile di scrittura cambia, passando da un tono giocoso e allegro fino a una narrazione più cupa, a volte quasi angosciante.

Il primo libro, La spada nella roccia, parla dell’adolescenza di Artù, soprannominato Wart, presso il castello di Sir Ector. Il racconto si snoda in modo abbastanza umoristico tra la vita da scudiero del ragazzo e la sua istruzione presso Mago Merlino, una creatura magica che vive il tempo al contrario. I ricordi del vecchio mago sono ambientati nel futuro e, a mano a mano che la storia progredisce, lo si vede ringiovanire, per quanto poco.

Il secondo libro, La regina dell’aria e delle tenebre, parla invece dei primi anni di regno di Artù e di come viene ingannato dalla sua sorellastra Morgawse, da cui avrà Mordred. In questo libro, Merlino sparirà poco per volta dalle scene, per non essere più nominato fino alla fine della quarta parte.

Il terzo volume si intitola Il cavaliere malfatto e parla della storia di Sir Lancillotto, del suo legame con la regina Ginevra e la sua ricerca del Santo Graal.

L’ultimo si intitola La candela nel vento e si concentra particolarmente sul rapporto tra Mordred e Artù, in un crescendo di tensione che li porterà a scontrarsi sul campo di battaglia.

Le mie impressioni

Fonte della foto: Periodico Daily

Sono appassionata del ciclo arturiano da quando ho visto la miniserie con Sam Neill dedicata a Merlino. Devo dire che Re in eterno è stata una bellissima scoperta ed è valso tutto il periodo di attesa prima di avere la mia copia digitale. Infatti, appena mi sarà possibile, cercherò anche la copia cartacea, perché vale davvero la pena averne una in casa.

Una delle caratteristiche più belle di questo romanzo è come T. H. White ha caratterizzato i personaggi. Per esempio, Lancillotto non è un bellissimo cavaliere. Anzi, è un uomo piuttosto brutto, con i suoi conflitti interiori, che vive molto male il suo amore per la regina. Ginevra stessa è splendida, ma ha un carattere estremamente fragile e velocissimo all’ira e alle scenate di gelosia. Alla fine entrambi i personaggi maturano fino a giungere un equilibrio e una consapevolezza di sé che a tratti è commovente.

Lo stesso Artù è un condottiero valoroso, ma è chiaro che per lui è difficile mantenere i suoi propositi di portare la pace in un regno tanto dilaniato dai conflitti. Insomma, la cosa che balza all’occhio è l’estrema umanità di tutti i personaggi.

Nonostante Artù, Ginevra, Lancillotto e la maggior parte dei personaggi siano per lo più positivi nonostante i loro lati più oscuri, le note di sottofondo del romanzo sono tendenzialmente pessimiste. Dopotutto è stato scritto durante la Seconda Guerra Mondiale e T. H. White lo ha usato come una critica verso la violenza insita nell’umanità.

Questa visione è resa evidente anche dal modo di narrare di White, che inserisce in Re in eterno degli anacronismi per far capire al lettore di cosa sta parlando. Non essendo una storica non so se il contesto del romanzo sia reso in modo coerente, ma ho trovato molto belli i paragoni con i tempi moderni. Era come se l’autore stesse facendo conversazione, più che narrare una storia. Il risultato è stato che mi sono ritrovata completamente immersa nelle dinamiche tra i personaggi, simpatizzando con loro o schifandoli completamente.

Conclusioni

Come si può intuire, Re in eterno mi è piaciuto tantissimo e lo consiglio davvero. Mi sono scoperta molto solidale con Artù e le sue battaglie interiori, come anche con Lancillotto. Non è semplice avere un ideale, perseguirlo e ritrovarsi davanti ostilità e fallimento. Se volete provare a leggerlo, potete comprarlo qui. Secondo me è una lettura molto utile, soprattutto di questi tempi.

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Autore

angela.carraro88@gmail.com

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