Ho già detto a più riprese che la costanza non è il mio forte, però voglio provare lo stesso a essere più presente. Il 2023 non è stato un anno semplice, devo dire la verità. Poteva andarmi molto peggio, ma è stato comunque faticoso e ho lottato molto con me stessa, cosa che ha influito anche sul mio rendimento nella scrittura. Ora ho messo sul tavolo – incasinato – della mia mente tutte le mie emozioni e i miei desideri per fare un piccolo recap. Sono uscite fuori diverse cose interessanti.
Buoni propositi e cambi di prospettiva
È da qualche anno che evito di fare la lista di buoni propositi per l’anno nuovo. Nella mia testa i buoni propositi sono obiettivi che non raggiungerò mai, tipo perdere 20 kg o scrivere il best seller del secolo. Non perché non voglia raggiungere questi obiettivi, anzi, ma perché spesso i risultati che voglio raggiungere mancano di strategia.
Così, quest’anno ho deciso che voglio cambiare il focus della mia vita. Non voglio più avere come traguardo il libro, ma voglio concentrarmi su come e quanto scriverò. Insomma, voglio concentrarmi sul viaggio.
È dal mese scorso che ho deciso di seguire questa prospettiva, puntando la mia attenzione sui miei passi a mano a mano che li faccio. Questa strategia è molto faticosa, per me, impulsiva e impaziente per natura, però devo dire che alcuni risultati li sto già vedendo. Per esempio, con l’ultimo articolo che ho pubblicato ho preso coscienza del fatto che non faccio uscire la mia voce in quello che scrivo, a meno che non siano cose strettamente personali. Insomma, per articoli più neutri come la recensione di un libro faccio una fatica immane a farmi sentire davvero. Per non parlare del romanzo, che rischiava – e rischia sempre – di diventare qualcosa di trito e ritrito.
Trovare la propria voce: le mie difficoltà
In realtà la mia difficoltà è solamente una: superare la paura delle opinioni altrui.
Siamo onesti, nessuno è esente da questa paura, eppure mi rendo conto che per me non è facile superare questo particolare scoglio, che spesso mi costringe a indossare una maschera. Il mio trucco per risolvere questo particolare problema è stato di guardare in faccia la paura e capirla, una volta tanto. Ci ho messo un bel po’ a farlo, ma alla fine ci sono riuscita.
Ho superato la mia paura? Nemmeno per sbaglio! Persino ora, mentre scrivo, ho una vocina terrorizzata dentro di me che mi sta dicendo di non pubblicare questo articolo perché chissà cosa direbbe la gente leggendolo e a chi vuoi che interessi la tua vita personale e i tuoi buoni propositi per il 2024? Manco fossi Chiara Ferragni!
Insomma, anche se si fanno progressi, esporsi rimane penoso per tutti, soprattutto quando decidi di pensare bene a come farlo.
Eppure, dietro a questa paura ho trovato il modo di risolvere una rogna nel mio romanzo che mi perseguitava da mesi e anche delle idee niente male su come scrivere i prossimi post. Forse non sarà nulla di innovativo o originale, ma rimane comunque qualcosa di mio. Tanto mi basta.