
Non è stato semplice rientrare nel mio sito dopo mesi di stop. A parte gli aggiornamenti di WordPress da fare, ho dovuto affrontare una realtà più difficile: non avevo la minima idea di quale direzione prendere. Per un po’ ho continuato a scrivere recensioni per mantenere una parvenza di continuità, ma anche quelle si sono interrotte. Ad aprile ho letto solo due libri. Il blocco era tornato.
Come sempre, pensavo ogni giorno di rimettermi in carreggiata, ma continuavo a inciampare nel solito ostacolo: il blocco dello scrittore. Quell’ombra che accompagna chiunque scriva, che sia principiante come me o abbia già una carriera avviata.
E qui mi sono totalmente incagliata nelle grandi domande scomode che chiunque abbia a che fare con una forma d’arte si pone, prima o poi.
- Cosa si fa quando si ha voglia di scrivere, ma non ci si riesce?
- Cosa significa, davvero, il blocco dello scrittore?
- Come si può affrontare?
Anche se parlo di scrittura, credo che chiunque si esprima in una forma artistica — danza, pittura, musica — possa capire cosa intendo.
Ne avevo già scritto in passato, partendo da una storia a fumetti che mi aveva colpita. Ma quel post era troppo didascalico, troppo filtrato. Ci giravo intorno senza mai arrivare davvero al punto.
Che significato ha, realmente, il mio blocco dello scrittore?

Come ho già accennato nel mio vecchio articolo, il mio blocco dello scrittore si manifesta con l’impossibilità psico-fisica a mettermi al computer e scrivere. Sono sempre troppo stanca, o troppo indaffarata, per sedermi e semplicemente fare volare le dita sulla tastiera. Mi sono data questa spiegazione per tanto tempo, e non è del tutto falsa, ma in un angolino dentro di me qualcuno non ha fatto altro che rispondere qualcosa del tipo davvero, Angela? Davvero? Ora sei in pausa pranzo, potevi portare con te il tuo computer e lavorare un po’, ma non l’hai fatto.
Oppure perché ci sono persone che occupano ogni millisecondo del loro tempo libero a scrivere e tu sei qui a cincischiare col cellulare?
La risposta è ovvia: ho davvero troppe cose da fare e faccio fatica a rallentare ma… non sarà che hai paura, Angela?
Ecco la domanda da un milione di euro.
Negli ultimi cinque anni per me sono cambiate tante circostanze nella mia vita, a volte anche in maniera traumatica e dolorosa. All’improvviso, non sono più riuscita a stare dietro alle novità. In più, l’ho detto spesso, negli anni mi sono basata molto sui miei talenti, veri o presunti, senza coltivarli davvero, ma limitandomi a sfruttarli nei momenti in cui sentivo di averli, come un’onda da cavalcare che inevitabilmente si infrange da qualche parte. Ritrovarmi a impegnarmi per davvero in qualcosa in cui credo, ma senza sapere se ne ho l’effettiva capacità, è stato molto difficile. È il tipo di sforzo a cui, da più giovane, mi sono sottratta.
Avrei potuto andare avanti e scoprire se avevo queste capacità, ma la verità è che sì, ho paura. Paura di non essere all’altezza. Paura di essere giudicata male.
Persino paura di riuscirci… e di essere giudicata di più.
Eppure resta ancora una scintilla, quella voglia di rimettermi al computer e sfiorare i tasti con le dita per far uscire tutte le idee che cadono nella mia mente come tanti piccoli semi in un orto.
Cosa ho fatto per togliermi il blocco dello scrittore?
Se mai troverò la soluzione universale al blocco dello scrittore probabilmente diventerò anche milionaria. Il blocco è diverso per ognuno di noi. Ed è pure subdolo: più cerchi di ignorarlo, più si incattivisce, come un narcisista che pretende la tua attenzione a tutte le ore. Per troppo tempo ho dato retta alla sua voce. Ma ho anche imparato ad ascoltarla meglio, a risalire alla radice. Ho scavato dentro di me, sempre più a fondo, per capire che cosa aveva da dirmi. Ho scoperto alcune cose interessanti.
Tutte le frasi dure che mi urlava – “sei capace solo di stare dietro alle cazzate”, “sei intelligente, ma sei fiacca”, “sei una mezza cartuccia, inizi le cose e non le finisci mai” – non erano mie. Sono parole che mi sono state dette quando ero più giovane, e che ho finito per interiorizzare. Le sento ancora, ma ora riesco a sentire anche che non mi appartengono. Sono solo fantasmi, golem fatti di giudizi esterni. Hanno ancora potere su di me, ma non sono io.
Un’altra svolta è arrivata da qualcosa che inizialmente mi aveva messa in crisi: l’intelligenza artificiale. Dopo averla usata per lavoro, avevo iniziato a vederla come una minaccia, un modo per scrivere senza di me. Dopotutto, è vero che mi aveva praticamente sostituita. Poi, però, ho cominciato a vederla diversamente e sfruttarla a mio vantaggio. Mi ha aiutata a chiarirmi le idee, a organizzare i pensieri.
Ed è così che, paradossalmente, sono tornata alla scrittura grazie alla stessa cosa che mi aveva fatta sentire inutile.
L’AI non è un nemico, ma uno strumento. Basta sapere come usarlo, senza averne paura.
Cosa fare, allora, quando vuoi scrivere e non ci riesci?

Non voglio menare il can per l’aia, il blocco è ancora lì e per ora non ha intenzione di andarsene. La mia fortuna è che non mi mancano le idee, anzi. Qualche tempo fa avevo scritto un racconto e oggi, rileggendolo, ho deciso di mandarlo a un concorso.
Insomma, il desiderio di scrivere si sta rivelando più forte del blocco. E se voglio coltivare un minimo di autostima, non posso aspettare che cresca da sola. Devo costruirla e non si costruisce rimanendo ferma (posso quasi sentirvi mentre mi dite e grazie al… ehm, tante!). L’unica soluzione reale e fattibile, per me, è prendere di petto la situazione e andare avanti facendo tutti i passi che posso fare, quando ci riesco e con tutti i supporti che posso utilizzare. Senza scorciatoie, scuse e lamentele inutili, senza formule magiche.
L’immagine che mi viene in mente è quella di un cercatore d’oro che deve prendere a picconate la pietra per trovare la vena aurea. Sarà un lavoraccio infame, ma ormai mi sono convinta che l’unico modo per battere il blocco è dimostrargli che non siamo disposti a smettere.
Ti capisco benissimo, io sono bloccata su altre cose, e ho avuto anche io un rapporto inizialmente conflittuale con l’IA.
Questo è stato il tuo primo passo nel vincere quel blocco.
Complimenti