
Ritorno a parlare di La signora della scogliera, che ho letto ormai diverse settimane fa su Topolino. In quella storia sono stati toccati moltissimi temi, in particolare sulla famiglia e la scrittura. Oggi voglio parlare di un argomento piuttosto scottante: il blocco dello scrittore.
Il blocco dello scrittore, diamo una definizione
In La signora della scogliera è possibile vedere la protagonista, Vanessa, alle prese con un blocco dello scrittore.

Ovviamente, sappiamo tutti di cosa parliamo. Il blocco dello scrittore è l’impedimento psicologico che rende impossibile scrivere, qualsiasi sia l’ambito in cui si opera. Si può essere copywriter, scrittori di romanzi, giornalisti, blogger, social media manager, ma prima o poi il blocco dello scrittore capita a tutti. Spesso si sta lì, con il cursore che lampeggia sullo schermo e la mano bloccata sulla tastiera che non preme su nessuna lettera. La sensazione che si prova di solito è un senso di urgenza che sfocia in frustrazione. Se questa sensazione si prolunga sopraggiunge la paura di non riuscire più a scrivere.
Quali sono le cause
Le cause del blocco dello scrittore sono innumerevoli. Alcune possono essere fisiche, come ad esempio lesioni cerebrali che impediscono di produrre testi scritti, oppure disturbi psichiatrici conclamati, come il disturbo bipolare (1).
Altre cause, invece, sono psicologiche e riconducono tutte a un grande stress. Il blocco dello scrittore può avere quindi origine da un lutto, da scarsa autostima, da un carico di lavoro eccessivo o anche dall’assenza totale di qualcosa da fare.
Come si può notare, il blocco dello scrittore è un nemico infido di chi ama scrivere. La causa è molto soggettiva, come la sua durata. Inoltre, non è affatto detto che chi se lo ritrova come regalino non abbia nessuna idea da riportare su carta.
Nel mio caso, per esempio, il blocco è causato da scarsa autostima e dura da diversi anni, ormai. Ho tantissime idee in testa, eppure ho dei momenti in cui scrivo e molti più momenti in cui la sola idea di mettermi al computer mi mette ansia.
Tuttavia la scarsa autostima non è la sola causa del problema. Per esempio, riprendendo lo spunto da La signora della scogliera, scopriamo che Vanessa si ritrova un blocco dello scrittore a causa di un litigio.
Si può rimediare?
La risposta a questa domanda è: dipende. Nel caso in cui il blocco dello scrittore sia causato da una malattia o da un disturbo, bisogna rivolgersi a un medico per capirne l’entità e la possibilità di guarigione.
Nel caso psicologico la questione è diversa e un po’ più complessa.
Ne La signora della scogliera, Vanessa risolve il conflitto interiore scrivendo una storia, per poi fare pace con la persona con cui aveva litigato.
Nel mio caso specifico, devo fare uno sforzo cosciente per ignorare tutte le voci malefiche che continuano a dirmi che non concluderò niente di buono e, nel frattempo, crearmi delle buone abitudini.

In giro per il web ho trovato altre soluzioni che possono essere utili:
- Fare una bella passeggiata. Se il blocco è temporaneo, staccare gli occhi dallo schermo e andare a fare una passeggiata può ricaricare la mente e predisporla a nuove idee, soprattutto se si passeggia nella natura;
- Impegnarsi a fare altro per un po’, che sia un lavoro di casa, leggere un libro o scrivere qualcos’altro. In effetti, come soluzione è simile a quella precedente. Un cambio di prospettiva mette sempre la mente in condizioni ottimali per scrivere;
- Affinare la disciplina e scrivere tutti i giorni. Ecco il mio tasto dolente, che però è di vitale importanza, perché scrivere ogni giorno abitua la mente a produrre;
- Costruirsi dei rituali propiziatori, che aiutino il cervello a predisporsi alla scrittura. Pare che Isabel Allende cominci a scrivere i suoi romanzi ex novo il giorno 8 gennaio come rito portafortuna. Personalmente non credo alle superstizioni, ma forse la ritualità aiuta davvero a predisporsi alla crezione;
- Stimolare attivamente la creatività. È il caso di ricordare che le Muse, intese come le divinità greche che ispirano le persone creative, non esistono. Se così fosse, un paio di loro dovrebbero spiegarmi come ho fatto a offenderle così tanto, vista la loro latitanza. L’ispirazione e la creatività nascono per prima cosa dall’osservazione. È un argomento che affronterò nei miei prossimi post, ma intanto il consiglio è di non aspettare che la creatività cada dall’alto;
- Andare in terapia. L’idea che lo scrittore sia un’anima tormentata e perseguitata dai demoni interiori e dai conti da pagare ha preso piede in modo quasi tossico nella scrittura (e nelle arti in generale), ma, anche se esistono scrittori “problematici” che hanno prodotto testi leggendari, pare che in realtà non sia così necessario essere tossicodipendenti, depressi o costantemente in bolletta per produrre dei buoni testi. Parola di Stephen King!
Tutti questi punti sono accomunati da un’unica caratteristica comune: la pazienza. Quando si incappa nel blocco dello scrittore è importante averne molta, perché il percorso di uscita può essere molto lungo.
- Nota bene: non sto dicendo che chi è affetto da disturbi psichiatrici vada per forza soggetto al blocco dello scrittore. La letteratura è piena di autori con malattie psichiatriche che hanno prodotto fior fior di testi. In certi casi, però, pare che il sopraggiungere della malattia possa causare quel blocco. Tenete conto che sono casi rari, andate dal medico solo se avete un dubbio serio e comprovato di avere un disturbo o una malattia. O come semplice check up. ↩︎