La Giornata della Memoria

Purtroppo la giornata di oggi è diventata quasi controversa a causa della situazione mondiale generale. Non è facile celebrare la Giornata della Memoria senza ritrovarsi in una zuffa on line. Il che rende vana la commemorazione, tra l’altro, perché, eccezion fatta per le vittime, nessuna delle parti in causa si ricorda del fatto che questo giorno serve a ricordare cosa succede a dare retta alla paura che morde la pancia. Personalmente, preferisco evitare di buttare la faccenda nel marasma della politica attuale e limitarmi a ricordare, consigliando delle letture per l’occasione. Chi lo sa, magari leggendo qualcuno riuscirà ad avere una visione diversa degli avvenimenti di oggi.

Letture che consiglio per la Giornata della Memoria

Ero molto indecisa se scrivere o meno quest’articolo, ma mi sono ricordata che, per uno scherzo di cattivo gusto del destino, un anno fa esatto ho ricevuto la notizia che la mia insegnante di lettere era finita in rianimazione a causa di complicazioni del COVID. Le volevo molto bene, era stata lei a raccontarmi della Giornata della Memoria e a consigliarmi delle letture a riguardo. A lei avevo dedicato un articolo sulla Giornata della Memoria quando collaboravo con Syndrome Magazine. Quando è morta lo scorso 31 gennaio ho sofferto molto. A questo punto, non mi è sembrato giusto tirarmi indietro e ho pensato che la prof meritasse un ulteriore piccolo ringraziamento per i suoi insegnamenti. Come, ovviamente, tutte le vittime di quell’insensato sterminio meritano di essere ricordate.

Per quanto riguarda le letture, sono sempre andata molto a periodi. Ho avuto il periodo horror, il periodo fantascienza, il periodo romanzi rosa, una fase New Age. Durante l’adolescenza ho letto e riletto diversi libri sull’Olocausto. Eccone alcuni.

Il diario di Anne Frank

Probabilmente il libro più famoso sul tema, insieme a Se questo è un uomo, è la storia di Annelies Marie Frank, detta Anne, una ragazzina che con la sua famiglia e alcuni conoscenti è stata costretta a nascondersi in un rifugio segreto nel cuore di Amsterdam per più di due anni per evitare la deportazione. Purtroppo, a seguito di una soffiata, Anne e la sua famiglia vennero scoperti e, a parte il padre Otto Frank, nessuno torno mai più a casa. Anne morì probabilmente di tifo a Bergen Belsen, un paio di settimane prima che il campo venisse liberato dagli Alleati.

Se questo è un uomo

Questo libro è un memoriale di Primo Levi, in cui narra quello che lui ha vissuto come deportato nei campi di concentramento di Auschwitz. In questo scritto Levi non ha mai voluto muovere accuse, solo riportare i fatti. Questo lo rende molto più crudo e impattante che se fosse stato scritto con la rabbia e la cattiveria che i suoi aguzzini meritavano. Non ho più avuto il coraggio di leggerlo, a dirla tutta, ma forse lo rifarò a breve.

Il diario di Jorg

Romanzo per ragazzi scritto nel 1998 da Giuseppe Pederiali, non si tratta di una testimonianza diretta dell’orrore dei campi di concentramento. La storia è stata completamente inventata e racconta la vita di un ragazzo tedesco, Jorg Ritter. Figlio di un ufficiale delle SS, si trasferisce con la famiglia vicino a un campo di concentramento senza sapere davvero cosa vi succeda all’interno. Con il tempo scopre qual è il vero lavoro di suo padre. Questo romanzo non è emotivamente impattante e drammatico come Il bambino con il pigiama a righe di John Boyne -che non ho letto, ma di cui conosco la trama – ma offre lo stesso un punto di vista diverso sull’Olocausto. In certi punti si coglie anche un’ironia estremamente amara.

Anni d’infanzia – Un bambino nei lager

Scritto da Jona Oberski, è un romanzo autobiografico in cui l’autore riporta la sua esperienza nei lager di Westerbork e Bergen Belsen quando era solo un bambino. Per qualche miracolo divino, Jona sopravvisse a quell’inferno, anche se la sua famiglia non fu altrettanto fortunata. Dalla sua vicenda è stato tratto un film, Jona che visse nella balena.

Ho vissuto mille anni. Crescere durante l’Olocausto

Ho tenuto apposta questo memoriale per ultimo. Si tratta di un libro non molto conosciuto, ed è un vero peccato, perché credo che tra tutti sia il mio preferito e non senza ragione. Questo scritto racconta della vita di Livia Bitton-Jackson, al secolo Elli Friedman, che venne deportata ad Auschwitz all’età di tredici anni insieme alla madre, alla zia e al fratello. Elli sopravvisse per miracolo e per una sorta di crudele ironia alla primissima selezione effettuata all’arrivo nel campo. È un racconto duro, esplicito e sconvolgente, anche se credo, a distanza di anni, che Livia non abbia mai raccontato davvero tutto. Ovunque lei sia ora (ho scoperto che è morta nel 2023), le auguro che il mio sia un sospetto infondato e che le atrocità subite siano “solo” quelle descritte nel libro.

Edit. del 28/01/2025: questo articolo è stato scritto un po’ di fretta per rispettare la scadenza e ho fatto diversi errori che ora ho corretto. Di questo mi scuso con chi ha letto l’articolo in prima battuta, perché so che non è gradevole leggere errori grammaticali e di sintassi, a maggior ragione se l’autrice professa di voler diventare una scrittrice. Mentre editavo mi sono ricordata anche altri libri e romanzi che ho letto su questo tema, come ad esempio L’amico ritrovato di Fred Ullman e Sopravvissuta ad Auschwitz – La vera storia della sorella di Anne Frank di Eva Schloss, sorellastra di Anne Frank in quanto Otto Frank ne sposò la madre negli anni Cinquanta. La verità è che c’è una narrativa talmente ampia sull’Olocausto (e purtroppo bellamente ignorata dai più) che è impossibile ricordarsi tutto quanto.

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