Ormai lo so da un paio di settimane, ma a volte faccio ancora fatica a crederci: ho vinto un concorso letterario! Avevo già provato a partecipare quando ero al liceo, ma non avevo vinto e questo aveva posto un bel freno a ogni mia velleità di scrittura. Di recente ho deciso di partecipare al concorso “Racconti dal Veneto”, indetto da Historica Edizioni. Beh, mi hanno accettata!
Quando la vita (o la tua testa) ti lanciano segnali
Erano anni che avevo il tarlo di riprovare a partecipare a un concorso letterario, ma dopo il fallimento subito alle superiori non ne avevo più avuto il coraggio. Perché avrebbero dovuto premiare proprio me? Ricordo perfettamente la sensazione che provavo e che provo tutt’ora: non sono male nella scrittura, ma ci sono talenti infinitamente migliori del mio, quindi perché provarci? Periodicamente, però, vedevo comparire sulla mia bacheca di Facebook il concorso di Historica Edizioni, che viene fatto una o due volte l’anno. La partecipazione era gratuita, il solo limite era il numero massimo di battiture, potevo consegnare qualsiasi genere io volessi e, se mi avessero presa, avrei avuto un racconto pubblicato. Niente primi classificati, almeno che io sappia, niente premi in denaro, niente obbligo di acquisto di libri (anche se non ricevi copie della raccolta in regalo. Se vuoi avere una copia del libro in cui è scritto il tuo racconto te la devi comprare). Una cosa che per me, insicura cronica, era più che gestibile come primo passo e come modo di mettere a tacere la mia mente ossessionata dall’idea di scrivere. Così ho deciso di riesumare un racconto che prendeva la polvere da un anno, l’ho editato e l’ho spedito.
Le mie sensazioni
Lo shock è stato enorme quando ho visto l’e-mail in cui mi dicevano che ero stata accettata. Credetemi, di shock emotivi ne so qualcosa. Ho passato una giornata intera a prendere confidenza con l’idea che avevo vinto un concorso letterario, che avrei visto un mio racconto pubblicato in un libro sotto l’egida di una casa editrice. Di fatto, per quanto sia minuscola all’interno di questa realtà così vasta che è la letteratura mondiale, posso ufficialmente dire di essere una scrittrice.
Ora rimane solo la grande domanda che ci si pone di fronte a un obiettivo raggiunto: e adesso?
Adesso, beh, ho la mia famiglia e i miei amici che hanno già dato la risposta a questa domanda, scavalcando il mio spavento e il mio disorientamento: adesso scrivo!